THIS LAND IS YOUR LAND

13.00



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Descrizione

Descrizione

1.   COMETA (Gianluca Magnani)
2    PEIXINHOS DO MAR (Trad)
3    AL CHIAR DI LUNA (Mesecina) (Bregovic – Kusturica, trad. Gianluca Magnani)
4    THE FOGGY DEW (Trad)
5    CINQUE MONETE (Gianluca Magnani)
6    FIUME SAND CREEK (Fabrizio De André – Massimo Bubola)
7    LA CASA VA A FUOCO (Gianluca Magnani)
8    TERRA, TIENIMI IN OSTAGGIO (Gianluca Magnani – Alessandro Pivetti – Chiara Carminati)
9    L’ABBIGLIAMENTO DI UN FUOCHISTA (Francesco De Gregori)
10    EIGHT, NINE AND TEN (Slim Gaillard – Slam Stewart)
11    CIELITO LINDO (Traditional)
12    MADRIGAL APASIONADO (Gianluca Magnani)
13    CALLIOPE HOUSE – THE KESH JIG – THE BOTTLE OF BEER (Traditional)
14    IL FIORE NERO (Carletti – Rossi)
15    MOSTARSKI DUCANI (Trad)
16    SHOSHOLOZA (Trad)
17    THIS LAND IS YOUR LAND (Woody Guthrie)

Un disco dal vivo tratto dal tour 2015 “This land is your land”. Moltissime novità tra le tracce di questo nuovo album, a partire dalla formazione che vede il trio storico dei Flexus (Gianluca Magnani – voce e chitarre, Daniele Brignone – basso, Enrico Sartori – batteria) allearsi al violinista bosniaco Mario Sehtl, al polistrumentista Enrico Pasini, alla voce di Elisa Meschiari, alla fisarmonica di Alessandro Pivetti e ai fiati di Davide Vicari.

Il disco ripercorre integralmente il concerto: sono “storie di terre, uomini, speranze e libertà” raccontante attraverso il rapporto tra gli uomini e le proprie origini. Un viaggio in musica che affianca i nuovi brani originali dei Flexus (ben 4 inediti in questo album) a un secolo di canti di “terre e libertà”, attraverso una fusione di atmosfere folk, rock, etniche e d’autore.

Si comincia dalle dolci atmosfere di “Cometa”, uno dei nuovi brani della band in cui il cammino cantato preannuncia le lunghe percorrenze geografiche e musicali del disco. Dal Brasile di “Peixinhos do mar” al Sud Africa di “Shosholoza”, dai Balcani di “Mostarski ducani”, fino a giungere all’Italia di oggi cantata ne “La casa va a fuoco”: una favola blues sulla rinuncia ai propri sogni. Il concerto raggiunge l’apice emotivo nei tradional irish “Calliope house” in cui si evidenzia la collaborazione con il violinista irlandese Christopher Patrick Dennis (per vent’anni con i Nomadi)

Luoghi, lingue e tempi diversi che hanno una sola voce: quella dell’uomo che canta la sua terra, dell’emigrante costretto ad abbandonare la sua casa, dell’oppresso che lotta sotto l’occupazione. Resistenze sempre antiche e sempre attuali che diventano canto di lotta, gioia, speranza.